di Luca Tonin
(21.3.2020)
Riguardo alla tecné: l’interpretazione dei dati è di per sé un’interpretazione ed è tutto fuorché oggettiva. Un bravo statistico, matematico e/o ingegnere può prendere qualsiasi dato e rivoltarlo come vuole, anche senza commettere falsificazione dei dati stessi.
Il problema piuttosto è la fede cieca nella scienza (o in questo caso nei tecnici, che poverini sono solo tecnici).
E ovviamente il modo in cui agisce la comunicazione.
In allegato i dati della Protezione Civile al primo Aprile 2020.
Interessanti alcune considerazioni:
1. Variabilità dei dati
– I dati grezzi che sono riportati giornalmente dalla Protezione Civile sono spesso incompleti a causa di ritardi e/o mancanze nelle segnalazioni (grafico prima riga, seconda colonna)
– Le caratteristiche dei dataset su cui vengono creati i modelli statistici non sono uniformi e, soprattutto, sono in continua evoluzione
– Per capirci, i bellissimi video che sono spuntati fuori a inizio della quarantena per spiegare in modo infantile cosa si intende per “andamento esponenziale” (le puntate di “Siamo fatti così” usavano una terminologia più tecnica), prevedono tutte un bacino (un dataset, un gruppo di persone) iniziale costante.
2. Metriche utilizzate
– Vengono utilizzate metriche basate su valori assoluti (ad esempio, il numero di casi, il numero di tamponi, il numero di morti e di guariti). Tuttavia essendo il bacino dei dati in continua evoluzione, queste metriche hanno poco significato
– Metriche normalizzate (ad esempio rapporto casi su numero di tamponi, grafico seconda riga, prima colonna) non vengono utilizzate (o almeno comunicate dai media)
3. Interpretazione dei dati e l’azione politica
– Poste le premesse di cui sopra, i dati sono interpretati in maniera aneddotica
– Le azioni politiche vengono prese basandosi su questa modalità di interpretazione e su modelli statistici i cui risultati variano largamente a seconda delle ipotesi iniziali