La scuola dei presidi: autoritaria e sgrammaticata

di redazione corpi e politica
(14.6.2020)

L’Associazione Nazionale Presidi si distingue da decenni per la promozione e il sostegno dati a ogni progetto e pratica caratterizzati dall’estremismo liberista, dalla negazione della libertà di insegnamento – e dunque della Costituzione repubblicana – dalla trasformazione delle scuole in aziende. Approfittando come Viktor Orbán del coronavirus, i rappresentanti dei presidi elaborano un documento che ha poco da spartire con educazione e saperi e molto con le supercazzole del conte Raffaello Mascetti.

Il prolisso documento (16 pagine) ha come titolo titolo Le proposte ANP per la riapertura delle scuole a settembre. Chi avrà stomaco, lo legga per intero. Ma anche a spizzichi e bocconi emerge la natura emblematica di questo ennesimo capolavoro dell’ANP, una sorta di nido degli scarafaggi buroscolastici, presidi e loro complici.

Il loro fine è decantare la teledidattica permanente, anche per una altrettanto permanente e conclamata vigliaccheria. Il segnale più chiaro è, come sempre, il linguaggio. Leggere queste pagine significa assistere a un vulnus inferto alla lingua italiana, un intruglio di americanese (parte in corsivo, parte no –forse ritengono, le seconde, espressioni naturalizzate italiane), pioggia di astrusi acronimi (vagamente jettatori, diceva James Hillman) e slatinismi.

Una simile sciatteria linguistica è il veicolo di ogni distruzione culturale, il modello Briatore che rende impossibile qualsiasi discussione, destituendo il linguaggio di ogni significato e provocando una regressione nella catena darwiniana.

A chi dovesse chiederci: “ma voi in alternativa che cosa proponete?” suggeriamo di scorrere (e magari leggere) i 40 articoli che sinora abbiamo pubblicato nella sezione corpi e teledidattica di questo sito.