«Non vi può essere alcun momento nella vita democratica in cui si debba soltanto obbedire e combattere»

di Massimo Cacciari
(da La Stampa, 3.9.2021)

Qualsiasi manifestazione di protesta contro il Green Pass che non si esprima attraverso documenti ragionati, raccolta di firme, discussione, e che dia di conseguenza spazio a provocazioni e strumentalizzazioni di ogni genere avrà un solo effetto: alimentare il clima di emergenza perenne che ci sta soffocando e rinvigorire gli scriteriati attacchi che persone come il sottoscritto e Giorgio Agamben hanno subito in questi giorni (accanto a centinaia e centinaia di lettere di stima e comprensione anche da parte di medici e giuristi, che hanno firmato esposti e documenti di cui nessuno dà notizia).

Non parlo ovviamente degli idioti che ce l’hanno in generale coi vaccini e vedono complotti e piani da Spectre di James Bond dietro ogni angolo. Parlo di iniziative, anche violente, volte a destabilizzare ulteriormente la situazione politica del Paese, che oggi si regge pressoché soltanto sull’autorevolezza internazionale di una persona. È necessario e urgente riportare la discussione sui binari della responsabilità e del ragionamento. In democrazia è sempre necessario discutere; non vi può essere alcun momento nella vita democratica in cui si debba soltanto obbedire e combattere. […]

Chiedo scusa se insisterò socraticamente con le domande – so di non sapere e chiedo a chi invece crede di sapere. Vorrei sentire dai giuristi: è o non è in contraddizione col regolamento UE 2021/953, che vietava ogni discriminazione, l’istituzione del Green Pass, nei termini in cui diventerà legge in Italia? E ai nostri illustri costituzionalisti vorrei chiedere: non sembra loro che la possibilità di obbligare a trattamenti sanitari dipenda dal pieno «rispetto della persona umana»? Non pensano che conditio sine qua non perché di rispetto per qualcuno si possa parlare è che costui venga correttamente informato? Risulta loro di essere stati precisamente informati su andamento dell’epidemia, vaccino, vaccini, loro possibili conseguenze, ecc.? E da chi avrebbero potuto? Dai bugiardini dei Big Pharma in continua evoluzione? Navigando in rete tra diecimila notizie in contrasto? È un peccato discuterne, è anti-scientifico, è iscriversi a Casa Pound?

Democrazia è critica, informazione, domandare e ascoltare da chi è competente. Domando e non ascolto: vero o falso che in Israele, dove il tasso di vaccinazione è stato tra i più alti, il 60% dei nuovi ospedalizzati (quasi il 90% ultra sessantenne) ha avuto il vaccino, e che dati analoghi o quasi sembrano emergere un po’ dappertutto? Perché non si hanno dati altrettanto trasparenti da noi? Tuttavia, alcuni ci sono e altrettanto preoccupanti: nell’agosto di quest’anno rispetto a quello del 2020 sono aumentati contagiati, ricoverati, terapie intensive e decessi, malgrado la campagna di vaccinazione abbia già superato il 60% (quorum ego, tra parentesi). Quanti di costoro sono stati vaccinati? Vi è differenza tra un vaccino e l’altro? Quale l’età? Quali le patologie pregresse? Domande oziose? E il «rispetto per la persona», allora? Nessunissima ragione di allarme se anche a coloro che esibiscono il proprio Green Pass in numerosissimi casi (sulla base di quali criteri?) si richiede lo stesso il tampone? La Scienza, quella che si è auto-definita da noi come la sola depositaria di verità (trattando da povero deficiente anche qualche premio Nobel), potrebbe rassicurarci intorno a tali questioni? E magari anche indicare con qualche precisione i casi in cui la vaccinazione possa essere sconsigliata. O per gli scienziati al governo è sempre, comunque e dovunque benefica, anche in caso di gravissime allergie o rischi di trombosi? Sarebbe un atteggiamento assai poco scientifico, per quanto ne sappia di epistemologia… Molti medici di base e curanti la sconsigliano, infatti, ai loro pazienti, ma non osano firmare alcun certificato.

In questa situazione non sarebbe prudente attendere prima di imporre la vaccinazione a milioni di adolescenti e bambini, che presentano un caso grave ogni qualche milione di contagiati? Come la mettiamo col diritto? Qui c’è un soggetto, che di per sé non rischia nulla o quasi, cui viene imposto un trattamento di cui si ignorano le potenziali conseguenze, a favore pressoché esclusivo di altri. In Germania sono no-vax perché hanno creduto di non procedere in questa direzione? Mi auguro che in sede di conversione in legge del Decreto a queste domande si diano attendibili risposte. Che domande e risposte vengano espresse in modo ragionevole e civile. E soprattutto che finalmente vengano indicati con chiarezza i criteri in base ai quali verrà posto fine allo «stato di emergenza».

La decisione non può essere assunta ad libitum in base all’ennesimo Dpcm. Da decenni il Parlamento perde progressivamente di centralità e autorevolezza. È un’occasione per tentare di invertire la deriva, non perdiamola.