Si scrive salute. Si legge democrazia

Mozione del Comitato Popolare di Difesa dei Beni Pubblici e Comuni “Stefano Rodotà”
(30.5.2020)

[Il Comitato Popolare di Difesa dei Beni Pubblici e Comuni “Stefano Rodotà” ha lanciato un’azione di denuncia delle sostanziali violazioni costituzionali che hanno caratterizzato la gestione dell’emergenza sanitaria. La violazione delle libertà costituzionali giustificata con la difesa della salute porta a una riflessione più profonda sull’articolo 32 della nostra Costituzione e sulla salute come bene comune, da sottrarre alle logiche di mercato e alle spinte privatistiche.
La sanità, come la scuola, deve restare pubblica, nello spirito originario della Costituzione e della legge che ha istituito il servizio sanitario nazionale nel 1978. Per porre questo tema al centro del dibattito pubblico il Comitato propone un referendum, con raccolta firme da avviare nel 2021 e un’azione presso la Corte Costituzionale per rimuovere gli ostacoli che rendono difficoltoso l’accesso a questo strumento fondamentale della democrazia. Di seguito una  sintesi della mozione discussa e approvata a larghissima maggioranza nell’assemblea del Comitato e il link al testo integrale]

 

Il Comitato Rodotà già nei primi giorni del lockdown ha denunciato “la gestione dell’emergenza tramite la protezione civile e i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), in violazione della riserva di legge assoluta, e del principio di legalità in senso sostanziale, principii fondativi della forma di Stato democratica, che legittimano limitazioni dei diritti fondamentali soltanto attraverso la legge e in ogni caso giammai da parte di regioni ed enti locali.

Oggi, il quinto esecutivo neoliberale consecutivo, formatosi in contrasto con quanto espresso dalla sovranità popolare, dopo la vittoria referendaria del 2011, sta leggendo l’art. 32 Costituzione, non come baluardo e fondamento per la costruzione dello Stato democratico-sociale, ma per inventare una copertura costituzionale a senso unico dello stato d’emergenza. Questa lettura irresponsabile ha legittimato l’adozione di atti eversivi dell’ordine costituzionale, da parte di ogni detentore di potere pubblico, perfino pattuglie di polizia che, come avvenuto in Campania, sono giunte a erogare senza diritto di difesa fino a 14 giorni di quarantena (sostanzialmente una reclusione domiciliare) a liberi cittadini italiani che pagano le tasse”.

Il Comitato ha quindi individuato nell’articolo 32 della Costituzione (La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività) “il terreno di una partita democratica su beni comuni e beni pubblici sociali di grande complessità e di lunga durata”.

Secondo il Comitato il governo utilizza “l’art. 32 Costituzione, non come baluardo e fondamento per la costruzione dello Stato democratico-sociale, ma per inventare una copertura costituzionale a senso unico dello stato d’emergenza. Questa lettura irresponsabile ha legittimato l’adozione di atti eversivi dell’ordine costituzionale.”

“L’emergenza sanitaria, dichiarata nel nostro Paese con un atto governativo (30 gennaio 2020) è un fenomeno fattuale e come tale non può essere, all’interno di un ordinamento costituzionale democratico, manipolato arbitrariamente e reso fonte sulla produzione di regole giuridiche”

Il Comitato ha divulgato una lettera al presidente Conte di 200 avvocati e professori a cui si sono unite poi le voci di magistrati e costituzionalisti.

“Tale mobilitazione ha denunciato come l’emergenza sanitaria, lungi dal divenire motivo di riflessione seria e critica sui problemi strutturali della sanità italiana, sia stata intesa viceversa dal potere politico e dai suoi consulenti tecnici quale fonte sulla produzione di atti amministrativi irrazionali e comunque gravemente lesivi delle libertà fondamentali”.

L’assemblea del Comitato il 25 aprile ha varato un “Osservatorio Permanente sulla Legalità Costituzionale”, con l’obiettivo di monitorare assieme a una stabile organizzazione di giuristi, il passaggio dalla fase emergenziale a quelle successive di riapertura.

“Riteniamo infatti che solo l’immediata e piena implementazione della Costituzione, in primis la chiusura, senza rimpianti, di questa fase emergenziale, possa garantire le basi per una ripresa ordinata della convivenza civile, e soprattutto di un’effettiva garanzia dei diritti di partecipazione politica.”

 

Il referendum sul Servizio Sanitario Nazionale

“La proposizione di un referendum sul SSN – scrive il Comitato – costituisce l’occasione per realizzare una coalizione politica ampia che ponga al centro la difesa dello Stato democratico-sociale e la salute quale diritto fondamentale e bene comune e non quale pretesto per derive autoritarie, scientiste e a senso unico.

“La salute è un bene comune”, è una proposizione che non può confondersi con l’idea per cui in nome della mera vita si possano travolgere diritti fondamentali della persona. Come tale essa va posta fuori dalla logica del profitto e del mercato e governata, nell’interesse anche delle generazioni future, con logiche e istituzioni nuove, democratiche e diffuse: le istituzioni dei beni comuni”.

“La salute, in quanto bene comune, è anche incompatibile con la proprietà intellettuale sui medicinali e sulle cure. Il riconoscimento della forma ‘proprietà intellettuale’ e gli appetiti di profitto immenso che essa genera (si pensi alla questione dei vaccini) distorce la libertà di ricerca scatenando intrecci fra pubblico e privato motivati dal potere e dal profitto piuttosto che il diritto all’accesso e la libertà delle cure. Tali intrecci determinano gravi distorsioni a partire da varie e significative violazioni dell’art. 21 Costituzione (tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione).”

“Se si abbandona la salute al motivo del profitto e dell’accumulo, si producono una serie di distorsioni inevitabili (cattura, corruzione, eccessi di prescrizioni, sprechi) che rendono malato e costoso il sistema sanitario pubblico.”

“L’obiettivo referendario quale prius deve essere quello di ricondurre il sistema normativo sanitario in armonia con i nostri principi costituzionali. Esso ricondurci il più possibile allo spirito originario di una delle riforme più avanzate del nostro Paese, deve, innanzitutto, avere quale obiettivo quello di quella che nel 78, dopo anni di vertenze ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale, uno dei pilastri della democrazia e della reale attuazione della Costituzione, stravolto dalla controriforma neoliberale del 1992.”

Trasversali al tema salute e ambiente si collocano alcune altre importanti campagne che vedono coinvolto il  Comitato. Insieme a Slow Food sta lanciando le campagne sul cibo bene comune, da gestirsi in modo diffuso secondo il principio della qualità e della solidarietà. Sempre in ambito salute ma sul versante prevenzione viene seguita anche la questione sull‘inquinamento da onde elettromagnetiche.

La scuola come motore della cittadinanza, della conoscenza e della socialità è al centro della manifestazione, organizzata del 23 maggio “Priorità alla Scuola” che si è svolta in ben 19 città italiane

La manifestazione ha avuto come scopo l’apertura di una grande vertenza per porre la scuola, quale istituzione di rango costituzionale, al centro, e non ai margini, delle riaperture e di garantire l’insegnamento in presenza come insostituibile veicolo per l’educazione (e per la salute psicofisica) dei più giovani componenti della nostra società.

 

Tempi e tappe della battaglia Referendaria

Il Comitato prevede di lanciare la raccolta firme a fine marzo 2021. Ci saranno poi 3 mesi disponibili per la raccolta del mezzo milione di firme necessarie da aprile a giugno 2021.

“Intendiamo aprire subito la vertenza sull’incostituzionalità delle restrizioni all’agibilita democratica che il Governo sta perpetrando con l’election day e con la continua mancanza di attenzione alle restrizioni alla possibilità di raccogliere firme e di fare campagna referendaria, convenendolo in un conflitto di attribuzioni urgente di fronte alla Corte Costituzionale.

leggi la mozione integrale