Vivere, non sopravvivere

Uno spazio per il tentativo di capire, pensare, opporsi al sabba dei controllori, delatori, millenaristi, profittatori, pastori di gregge e di tutta la varia umanità che sembra ubriacata dal vino andato a male del controllo totale. Il deperimento istituzionale si alimenta per inerzia e senza nemmeno che occorra la mano di un regista: banalità del male. È bene dire apertamente e a voce forte e chiara che vogliamo vivere, non sopravvivere >>>

 

«Non vi può essere alcun momento nella vita democratica in cui si debba soltanto obbedire e combattere»

di Massimo Cacciari
(da La Stampa, 3.9.2021)

Qualsiasi manifestazione di protesta contro il Green Pass che non si esprima attraverso documenti ragionati, raccolta di firme, discussione, e che dia di conseguenza spazio a provocazioni e strumentalizzazioni di ogni genere avrà un solo effetto: alimentare il clima di emergenza perenne che ci sta soffocando e rinvigorire gli scriteriati attacchi che persone come il sottoscritto e Giorgio Agamben hanno subito in questi giorni (accanto a centinaia e centinaia di lettere di stima e comprensione anche da parte di medici e giuristi, che hanno firmato esposti e documenti di cui nessuno dà notizia).>>>

φάρμακα, qui a Eumeswil

di Monica Centanni
(3.9.2021)

Luca e Alessandro pesavano circa 5 chili quando li ho portati a fare la prima vaccinazione – cos’era? Non me lo ricordo: so che la sostanza che ho fatto iniettare dentro il corpo dei miei figli poco più che neonati era minacciosamente ‘esavalente’, e so che così andava fatto.

Fennek pesava forse 400 grammi quando l’ho portata a fare il vaccino, non so cos’era se non che era minacciosamente ‘trivalente’: è stata stralunata per circa due ore e poi è tornata a imparare la vita, come fanno i gatti >>>

La legge

di Alberto Giovanni Biuso (12.8.2021)

L’Osservatorio permanente per la legalità costituzionale ha redatto un documento giuridicamente rigoroso e nello stesso tempo a tutti accessibile. L’Osservatorio -che è formato da giuristi di consolidata esperienza, la più parte dei quali sono professori universitari- sta raccogliendo l’adesione di quanti intendono opporsi alla «estrema e pericolosissima strumentalizzazione di principi giuridici complessi quali la proporzionalità nelle scelte politiche sanitarie o il bilanciamento tra diritti costituzionali che, inquinati da interpretazioni frutto di meri rapporti di forza, vengono utilizzati per giustificare il trasferimento di poteri di polizia in capo a soggetti del tutto privi di qualifiche». >>>

 

Il piano inclinato

di Alberto Giovanni Biuso (17.7.2021)

Gli eventi umani, i fatti sociali, le strutture politiche sono guidate, tra le altre, da una dinamica che possiamo chiamare piano inclinato: una volta che la pallina è messa in moto, essa acquista nel tempo e nello spazio velocità, sino a non poter più essere fermata e, alla fine, a schiantarsi. >>>

 

Iuxta legem
Dei doveri e dei diritti dei docenti universitari in tempo di epidemia. Una guida, in dieci punti


di Alberto Giovanni Biuso e Monica Centanni
(25.9.2020)

“L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”
Costituzione della Repubblica Italiana, Art. 33

Una guida – esito sintetico della nostra esperienza, maturata ed esercitata da noi personalmente e concretamente nel corpo vivo dei corsi che abbiamo tenuto nella primavera/estate 2020 all’Università di Catania e all’Università Iuav di Venezia. Abbiamo sintetizzato la nostra presa di posizione in questo testo su sollecitazione di molti amici e sodali, ‘compagni di scuola’ dei nostri e di altri Atenei.

La scorsa primavera, per spirito di responsabilità istituzionale e con la piena consapevolezza della difficoltà della situazione, abbiamo tenuto a spiegare e argomentare le nostre prese di posizione prima ai nostri studenti e poi agli organi di governo delle nostre Università, e in qualche caso siamo stati chiamati direttamente ‘in causa’, a renderne conto […] Una guida, in dieci punti >>>

 

il PDF del documento è scaricabile qui
Iuxta legem. Dei doveri e dei diritti dei docenti universitari in tempo di epidemia. Una guida, in dieci punti

 

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Corpi e corpi. In presenza

di redazione corpi e politica (28.6.2020)
 
corpi e politica si apre da oggi al racconto di esperienze concrete di liberazione dei corpi, che possono prefigurare nuove forme di resistenza all’invadenza – di sistema e di dettaglio – di uno Stato etico che mina alla radice la libertà della vita. 
 
corpi e politica è nato dall’urgenza di denunciare le insopportabili limitazioni imposte ai corpi. Limitazioni alla libertà di movimento, di espressione, di scambio fisico, decretate con una normativa arbitraria e autoritaria. Limitazioni pesantemente imposte con il terrorismo psicologico e mediatico che ha spinto a percepire in qualsiasi altra persona e perfino nell’ambiente una minaccia alla propria vita, che ha spinto le persone a recludersi spontaneamente o a limitare al minimo la propria vita sociale e di relazione – che è poi la vita stessa. Vivere significa infatti scambio con i propri simili, incontro dei corpi nei luoghi reali, nell’ambiente, nel mondo. La vita è movimento, scoperta, autonomia – sorpresa e invenzione che si dà soltanto nella relazione con lo sconosciuto.
 
La dissoluzione del contatto sociale diventa invece la migliore garanzia per chi governa, qualunque sia il suo nome: atomi sociali irrelati non potranno mai fare corpo per partecipare alla vita politica attiva anziché subire passivamente decisioni calate dall’alto. Tutto questo ha molto poco a che fare con epidemie e questioni sanitarie, considerata l’enorme sproporzione fra i danni prodotti dal virus e gli enormi, universali, pervasivi danni fisici, psichici, sociali, economici, provocati dalle misure di reclusione: una forma di controllo arbitrario delle esistenze che non ha precedenti nella storia per dimensioni e profondità.
 
La questione della libertà è da sempre una questione di corpi, del loro muoversi nello spaziotempo con energia, consapevolezza, lucidità, in autonomia rispetto a forme di convivenza coatte, da minacciose strutture di obbedienza, da regimi sanitari autoritari. L’esistenza umana è incompatibile con il regime della separazione. È fatta di una relazionalità costante, pervasiva, faticosa e feconda.

Di fronte al cristallizzarsi di questa situazione poche e isolate sono state voci critiche. Ora però, il regime di limitazione dei corpi si sta attrezzando per diventare permanente e la resistenza non può che partire dai corpi. Dai nostri corpi.

Nella rivoluzione etica ed estetica del secolo scorso, uno slogan centrale era la “liberazione del corpo”, all’insegna di un cambiamento radicale che ha coinvolto milioni di esistenze, dagli atteggiamenti e comportamenti quotidiani degli individui ai grandi orizzonti collettivi di reinvenzione del mondo. Oggi, nel tempo oscurantista della paura, il primo oggetto di attacco e di censura è stato il corpo e l’energia che scaturisce dal desiderio – ma la fisicità dei corpi e l’estetica del desiderio erano già in una fase di desistenza. Ora, liberare i corpi significa puntare sull’incontro fisico, rilanciare la potenza del contatto e la necessità – umana ovvero politica – della relazione.
 
Tenere una lezione ai propri studenti senza mediazioni telematiche, in presenza fisica; lavorare in gruppo ‘dal vero’; spostarsi fisicamente in un’altra città o nazione; fare una festa; fare un’assemblea – potrebbero sembrare le più ovvie delle rivendicazioni, il ritorno a una normalità da recuperare dopo un periodo di obbligata astinenza. Ma invece proprio il tempo della deprivazione ha dimostrato quanto quelle pratiche siano preziose, funzionali alla vita activa senza la quale, per l’uomo, non si dà né vita contemplativa, ma neppure la mera sopravvivenza biologica.
 
Per questo corpi e politica si apre da oggi non solo alle riflessioni sul nostro tempo, ma anche al racconto di esperienze concrete di liberazione dei corpi, che possono prefigurare nuove forme di resistenza all’invadenza – di sistema e di dettaglio – di uno Stato etico che mina alla radice la libertà della vita.

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nel sito, per capitoli

corpi e corpi

corpi e politica si apre al racconto di esperienze concrete di liberazione dei corpi, che possono prefigurare nuove forme di resistenza all’invadenza – di sistema e di dettaglio – di uno Stato etico che mina alla radice la libertà della vita >>>

corpi e libertà

Perché l’uomo è animale sì, ma animale politico >>>

corpi e teledidattica

L’Università è un luogo, uno spazio mentale, un tempo, fatti di lezioni ma anche, soprattutto, di relazioni. L’Università è intessuta del rapporto quotidiano, costante, profondo e reale >>>

corpi e teatro

Attacco agli spazi pubblici, in primis i teatri: aggressione alla vita activa e alla sua prima incarnazione – lo spazio collettivo della ‘realtà aumentata’ che è il teatro >>>

corpi e numeri

La contabilità dei corpi – malati, sanati, morti di morti più o meno gravi, più o meno ‘naturali’ – si fa sempre più macabra, il modo in cui le fonti istituzionali e giornalistiche ‘danno i numeri’ è sempre più opaco, meno decifrabile >>>

corpi e mutazioni

La povertà delle relazioni, la vita confinata nel mondo dei bit invece che in quello degli atomi, produce distorsioni percettive ed estetiche, metamorfosi individuali e politiche >>>

corpi e sapere

Corsa alla teledidattica, attacco agli spazi pubblici della vita activa come i teatri e le università >>>